Non esistono parole al mondo che non siano state già scritte, all'Alba dei Tempi.......PAROLE SCOLPITE negli anfratti più profondi del cuore della Terra, nelle pieghe più morbide e levigate dell'intero universo, tra le radici della natura o tra i voli di ali celesti. Solo lo scrittore, come saggio e vecchio geografo, le sa cercare, comprendere e disegnare in pagine di eterna memoria......

I miei libri

mercoledì 18 settembre 2013

Fides et Ratio

Il 14 settembre l'Enciclica Fides et Ratio del Beato Giovanni Paolo II ha compiuto 15 anni. Essa appare in questo momento buio della storia di attualità e lungimiranza sorprendenti.  L'enciclica Fides et Ratio intende continuare la riflessione iniziata con l'enciclica Veritatis splendor, concentrando "l'attenzione sul tema della verità e sul suo fondamento in rapporto alla fede" (nr 6).
La questione del rapporto tra fede e ragione è certamente vecchia di secoli ed è stata trattata ampiamente dal Concilio Vaticano I; ma è ancora attuale, perché dal 1870 a oggi molte cose in campo teologico e filosofico sono cambiate - in bene e in male -, e perciò il problema del rapporto tra fede e ragione può essere utilmente ripreso, sia per confermare quanto ha affermato il Vaticano I, sia per denunciare la pericolosa deriva della ragione verso lo scetticismo, il relativismo ed il nichilismo. C'è una "crisi di fiducia nella ragione", estremamente pericolosa per la fede e di fronte alla quale perciò la Chiesa non può tacere: non può cioè non sforzarsi di riabilitare la ragione umana, difendendone la capacità di giungere alla verità per la quale essa è fatta. Ecco da cosa scaturisce questa mirabile Enciclica, tanto da far scrivere al Santo Padre : "Si ha spesso l'impressione che nel mondo attuale manchi un fondamento su cui costruire l'esistenza personale e sociale. Ciò dipende dal fatto che chi era chiamato per vocazione a esprimere in forme culturali il frutto della propria speculazione ha distolto lo sguardo dalla verità, preferendo il successo nell'immediato alla fatica di un'indagine paziente su ciò che merita di essere vissuto. La filosofia, che ha la grande responsabilità di formare il pensiero e la cultura attraverso il richiamo perenne alla ricerca del vero, deve recuperare con forza la sua vocazione originaria. "È per questo - aggiunge il Papa - che ho sentito non solo l'esigenza, ma anche il dovere di intervenire su questo tema" (n. 6).
Il Santo Padre ci comunica che esiste un doppio ordine di conoscenza: quello della fede, che si appoggia sulla testimonianza di Dio e si avvale dell'aiuto soprannaturale della grazia, e quello della conoscenza filosofica, che si appoggia sull'esperienza dei sensi e si muove alla luce del solo intelletto; ma la rivelazione di Dio che si compie in Cristo s'inserisce nel tempo e nella storia, cosicché "la storia diventa il luogo in cui possiamo constatare l'agire di Dio a favore dell'umanità" (n. 12); quindi "con la Rivelazione viene offerta all'uomo la verità ultima sulla propria vita e sul destino della storia". Perciò "al di fuori di questa prospettiva il mistero dell'esistenza personale rimane un enigma insolubile" (ivi). Ma la verità offerta dalla Rivelazione divina è "carica di mistero" e, quindi, può essere accettata soltanto con la fede, nella quale l'uomo dà il suo assenso alla testimonianza di Dio che rivela, poiché Dio stesso si fa garante della verità che rivela. È dunque accettando con un atto libero di fede la Rivelazione che l'uomo arriva a comprendere il mistero della sua esistenza. La conoscenza di fede e la conoscenza di ragione, per essere decodificate completamente, richiedono entrambe l'attenzione dell'essere umano e la sua disponibilità ad accogliere il mistero profondo che è vergato nel cuore della creazione, il dono di Dio che è riservato a "quanti credono in lui o lo ricercano con cuore sincero" (n. 15).  Se c'è distinzione tra la conoscenza di fede e la conoscenza di ragione, c'è tuttavia tra queste due conoscenze un legame profondo. Per tale motivo "la ragione e la fede non possono essere separate senza che venga meno per l'uomo la possibilità di conoscere in modo adeguato se stesso, il mondo e Dio" (n. 16). Ma la ragione, e dunque la filosofia, deve riconoscere il suo limite, che è rappresentato dal mistero della Croce: "Il vero punto nodale, che sfida ogni filosofia, è la morte in croce di Gesù Cristo. Qui, infatti, ogni tentativo di ridurre il piano salvifico del Padre a pura logica umana è destinato al fallimento" (n. 23). Perciò "la ragione non può svuotare il mistero di amore che la Croce rappresenta, mentre la Croce può dare alla ragione la risposta ultima che essa cerca.  L'uomo è perennemente alla ricerca della verità, non tanto delle verità parziali quanto della verità totale, cioè del senso della vita, del dolore e della morte. Fede e ragione, incontrandosi, conducono l'uomo alla pienezza della verità.
L'Enciclica mette in luce le distorsioni del pensiero filosofico e le ideologie da esso scaturite nel corso dei secoli, in particolare condanna il fideismo, il tradizionalismo radicale, il razionalismo, l'ontologismo. Giovanni Paolo II conclude la sua enciclica sottolineando "il valore che la filosofia possiede nei confronti dell'intelligenza della fede" (n. 100) ed esortando i teologi a "recuperare [...] la dimensione metafisica della verità" (n. 105), e i responsabili della formazione sacerdotale "perché curino con particolare attenzione la formazione filosofica di chi dovrà annunziare il Vangelo all'uomo di oggi e, più ancora, di chi dovrà dedicarsi alla ricerca e all'insegnamento della teologia" (ivi); rivolge poi un appello ai filosofi "perché abbiano il coraggio di recuperare, sulla scia di una tradizione filosofica perennemente valida, la dimensione di autentica saggezza e verità, anche metafisica, del pensiero filosofico" (n. 106). A tutti infine il Papa chiede di "guardare in profondità all'uomo, che Cristo ha salvato nel mistero del suo amore, e alla sua costante ricerca di verità e di senso" (n. 107). L'ultimo pensiero del Papa è a Maria, Sede della Sapienza: possa ella "essere il porto sicuro per quanti fanno della loro vita la ricerca della saggezza" (n. 108).
 
Liberamente tratto da cultura cattolica

2 commenti:

  1. Martina, tu escrito es verdaderamente interesante.

    Un gran razonamiento para meditar.

    Un beso.

    RispondiElimina
  2. AMALIA, l'enciclica merita di essere letta e meditata. Grazie! Un abbraccio

    RispondiElimina