Non esistono parole al mondo che non siano state già scritte, all'Alba dei Tempi.......PAROLE SCOLPITE negli anfratti più profondi del cuore della Terra, nelle pieghe più morbide e levigate dell'intero universo, tra le radici della natura o tra i voli di ali celesti. Solo lo scrittore, come saggio e vecchio geografo, le sa cercare, comprendere e disegnare in pagine di eterna memoria......

I miei libri

martedì 30 aprile 2013

Trattato della vera devozione a Maria

Tantissimi sono i libri che ho letto, alcuni li ho completamente dimenticati, di altri ricordo qualche passo, pochissimi sono quelli che mi porterei sulla luna in caso dovessero sfollare completamente la terra, uno in particolare ha 'segnato' positivamente la mia vita spirituale aprendomi nuovi orizzonti di fede e di devozione: il 'Trattato della vera devozione a Maria' di San Luigi Maria Grignion de Montfort. Il trattato è un piccolo ma preziosissimo libretto con il quale "San Luigi Maria Grignion de Montfort proponeva ai cristiani la consacrazione a Cristo per le mani di Maria, come mezzo efficace per vivere fedelmente gli impegni battesimali" così ricordava il Santo Padre Giovanni Paolo II nell'enciclica REDEMPTORIS MATER.
 
Egli stesso disse in un'intervista:

"La lettura di questo libro ha significato, nella mia vita, una svolta decisiva. Ho detto una svolta in quanto si riferisce ad un lungo cammino interiore che ha coinciso con la mia preparazione clandestina al sacerdozio. Fu allora che capitò tra le mie mani questo singolare trattato, uno di quei libri che non è sufficiente
« averlo letto ». Mi ricordo di averlo portato per molto tempo con me, anche nella fabbrica di soda, tanto che la sua bella copertina fu danneggiata dalla calce. Io ritornavo incessantemente e di volta in volta su certi passaggi. Mi sono accorto ben presto che, al di là della forma barocca del libro, si trattava di qualche cosa fondamentale.
Come conseguenza, la devozione della mia infanzia e anche della mia adolescenza nei riguardi della Madre di Cristo ha dato luogo ad un nuovo atteggiamento, una devozione proveniente dal più profondo della mia fede, come se provenisse dallo stesso cuore della realtà trinitaria e cristologica. Quando temevo che la mia devozione mariana potesse oscurare Cristo, tanto da cederle il passo, compresi, alla luce del trattato di Grignion de Monfort che realmente era tutt'altra cosa. La nostra relazione con la Madre di Dio deriva, organicamente, dal nostro legame con il mistero del Cristo. Non è quindi questione che l'uno ci impedisca di vedere l'altro. (...) Si può proprio dire che a colui che si sforza di conoscerla e amarla, lo stesso Cristo indica sua Madre come fece, sul Calvario, al suo discepolo Giovanni".

(André Frossard, dialogo con Giovanni Paolo II)

Segnalo questo sito di DEVOZIONE MARIANA che presenta anche il trattato.
Per leggerlo cliccare qui

domenica 21 aprile 2013

Un manuale per conoscere la Massoneria

La Massoneria è un sistema diabolico per esaltare l’uomo e la sua ragione, dove i riti esoterici uniscono, in una nera spiritualità, le persone fra di loro. Con il termine esoterismo («interiore»), ci si riferisce all’ermetismo, all’alchimia, alla cabala ebraica… e la magia prende un posto di primo piano. Lo studio attento dei riti e dei principi massonici dimostra la lampante incompatibilità di questi con quelli della Chiesa, un’ostilità che si evidenzia in tre punti: l’umanesimo, la ritualità e l’esoterismo. Il primo, che ha le sue fondamenta sia nell’umanesimo rinascimentale, sia nel razionalismo illuminista, consiste nel soggettivismo e nel relativismo dogmatico, verificandosi così una privazione di sottomissione sia ai dogmi che alla gerarchia ecclesiastica; perciò «il cattolico orgoglioso d’esser massone va lo stesso a ricevere la Santa Comunione e desidera rimanere massone attivo e partecipe ai riti di Loggia» (p. 9).

La Massoneria ha compiuto una vera e propria guerra contro la Chiesa Cattolica per sottrarle sia il potere temporale, sia la sua influenza nella cultura, nella mentalità, nei costumi e nelle legislazioni delle nazioni.Il volume è un utile sussidio per tutti coloro che desiderano comprendere seriamente il fenomeno massonico e quanto esso abbia inciso nel pensiero e nel modus vivendi del mondo occidentale, dove sono state recise le norme di Cristo. Qui viene tracciata questa perversa storia, la sua filosofia, la sua dottrina, il metodo con i suoi giuramenti e le sue punizioni, i rapporti che la Massoneria ha cercato e cerca con la religione. Inoltre sono ricordati alcuni nomi celebri dell’antimassonismo cattolico, quello che ha denunciato il satanismo massonico, e vengono esaminate con cura le differenze fra massoneria inglese, francese, italiana, tedesca e statunitense, giungendo alla conclusione che esiste una linea di collegamento fra tutte: la ricerca dell’illuminazione, alla quale ci si avvicina sempre più se ci si innalza di grado nell’iniziazione, al cui apice sta il Gran Maestro. Padre Siano compie anche una sorta di mappa italiana passata e contemporanea di personalità, luoghi e fatti legati alla Massoneria. Questo manuale diventa così un utilissimo vademecum della peste massonica moderna che dal 1717, anno della sua fondazione a Londra, ha raggiunto tutti gli angoli della terra, diffondendo il suo funesto e rovinoso pensiero: un vero e proprio “anticristo” che aggrega, con un patto, i suoi membri, appartenenti alle diverse professioni e ai diversi credi religiosi. Il vincolo massonico (giuramento, solidarietà, fratellanza universale) coalizza, sia visibilmente che invisibilmente, i membri fra di loro, ma anche tutte le logge e le massonerie di rito diverso. Vittime principali sono proprio Cristo, Verità assoluta, e Santa Romana Chiesa, custode di quell’unica Verità di salvezza. (Cristina Siccardi)

martedì 16 aprile 2013

Il cuore del mondo

Nel pieno della seconda guerra mondiale, circondato dall'odio delle nazioni e dalle distruzioni della guerra, von Balthasar scriveva Il cuore del mondo, un libro appassionato sull'amore di Dio. Accompagnato dalle visioni mistiche di Adrienne von Speyr, von Balthasar aveva potuto raggiungere le fonti della vita, aveva contemplato la colata d'amore che si dona in eternità e, quasi in un gioco ininterrotto, passa dal Padre al Figlio nello Spirito. E' un amore inarrestabile che porta alla creazione del mondo e dell'uomo, alla generosità di un Dio che non tiene per sé la divinità, ma viene nel mondo in incarnazione, morte e discesa agli inferi. La figura di Dio in Cristo è debole e generosa, soprattutto avvolta in una tenerezza infinita che non vuole e non può fuggire le lance e le frecce dell'uomo tracotante e violento. E questa la debolezza scelta da Dio, il cuore con il quale egli si presenta agli uomini per attrarli a sé, incurante dei rischi, come il pastore che, lasciate le novantanove pecore, va per sentieri pericolosi, per boschi ricoperti di rovi che affondano nelle sue tenere carni, e più ancora nel suo cuore, gli aculei acuminati dell'odio. In una breve nota scritta qualche mese prima della morte, von Balthasar dedicava Il cuore del mondo ai giovani. Sono d'accordo, perché si tratta di un libro di entusiasmo; penso anche, però, che come il Cantico dei Cantici Il cuore del mondo può parlare a ogni donna e uomo e risvegliare amore di dedizione e generosità.
Elio Guerriero
 
Sono trascorsi quasi cinquant'anni da quando, in un'estate passata in riva al lago della mia città natale [Lucerna, ndt], scrissi questo libro. Quel vecchio che ormai sono può solo con difficoltà valutare se il lirismo del suo stile può ancora dire oggi qualcosa a qualcuno. Tuttavia il contenuto spirituale che intendeva offrirsi in questa veste giovanile non è mutato per me lungo il corso di tanto tempo. Il ritmico battito del cuore lo percepisco identico come allora, nel chiasso del nostro mondo, non appena vi accosto l'orecchio. È forse addirittura vero che, quanto più lo si vuole sopraffare con i nostri rumori e nullità, quel ritmo si fa sentire con tanta maggiore ostinazione, fedeltà e silenzio. Alla nostra volontà di potere e alla nostra impotenza esso si manifesta come l'unità, a null' altra paragonabile, di potere e d'impotenza, in cui sta in assoluto l'essenza dell'amore. Quest'opera giovanile è dedicata soprattutto ai giovani.
Giugno 1988

 
 
Allora batti pure, o cuore dell'essere, o polso del tempo! Strumento di amore infinito! Tu ci rendi ricchi, ci rendi poi di nuovo poveri; tu ci attiri, poi ti sottrai di nuovo; ma noi siamo, ondeggianti su e giù a te aggrappati. Tu fai sentire su di noi il tuono della tua maestà, taci sopra di noi con il silenzio delle tue stelle, ci riempi e ricolmi fino all'orlo, e ci svuoti e ci scavi da sotto fino all'ultima goccia. E tuonando, tacendo, riempiendo, svuotando tu sei il Signore e noi i tuoi servi.
 

mercoledì 10 aprile 2013

Il Piccolo Principe

Il titolo del mio blog di lettura mi è stato ispirato proprio dal capitolo 15.mo di questo libro che, lungi dall'essere solo un libro di narrativa per ragazzi,  affronta con estrema delicatezza, armonia e candore temi come il senso della vita, dell'amore, dell'amicizia,  del rispetto per l’universo oltre che per tutti gli esseri viventi che lo popolano.
Capitolo
    Il sesto pianeta era dieci volte più grande. Era abitato da un vecchio signore che scriveva degli enormi libri.
 


     
Ecco un esploratore, esclamò quando scorse il piccolo principe.
   
Il piccolo principe si sedette sul tavolo ansimando un poco. Era in viaggio da tanto tempo.
    
Da dove vieni? gli domandò il vecchio signore.
    
Che cos'è questo grosso libro? disse il piccolo principe. Che cosa fate qui?
    
Sono un geografo, disse il vecchio signore.
    
Che cos'è un geografo?
    
È un sapiente che sa dove si trovano i mari, i fiumi, le città, le montagne e i deserti.
    
È molto interessante, disse il piccolo principe, questo finalmente è un vero mestiere!    E diede un'occhiata tutto intorno sul pianeta del geografo. Non aveva mai visto fino ad ora un pianeta così maestoso.
    
È molto bello il vostro pianeta. Ci sono degli oceani?    Non lo posso sapere, disse il geografo.
    
Ah! (il piccolo principe fu deluso) E delle montagne?
    
Non lo posso sapere, disse il geografo.    E delle città e dei fiumi e dei deserti?
    
Neppure lo posso sapere, disse il geografo.
    
Ma siete un geografo!
    Esatto, disse il geografo, ma non sono un esploratore. Manco completamente di esploratori. Non è il geografo che va a fare il conto delle città, dei fiumi, delle montagne, dei mari, degli oceani e dei deserti. Il geografo è troppo importante per andare in giro. Non lascia mai il suo ufficio, ma riceve gli esploratori, li interroga e prende degli appunti sui loro ricordi. E se i ricordi di uno di loro gli sembrano interessanti, il geografo fa fare un'inchiesta sulla moralità dell'esploratore.    Perché?
    
Perché se l'esploratore mentisse porterebbe una catastrofe nei libri di geografia. Ed anche un esploratore che bevesse troppo.
    
Perché? domandò il principe.
    
Perché gli ubriachi vedono doppio e allora il geografo annoterebbe due montagne là dove ce n'è una sola.    Io conosco qualcuno, disse il piccolo principe, che sarebbe un cattivo esploratore.
    
È possibile. Dunque, quando la moralità dell'esploratore sembra buona, si fa un'inchiesta sulla sua scoperta.    Si va a vedere?    No, è troppo complicato. Ma si esige che l'esploratore fornisca le prove. Per esempio, se si tratta di una grossa montagna, si esige che riporti delle grosse pietre

   
All'improvviso il geografo si commosse.
    
Ma tu, tu vieni da lontano! Tu sei un esploratore! Mi devi descrivere il tuo pianeta!    E il geografo, avendo aperto il suo registro, temperò la sua matita. I resoconti degli esploratori si annotano da prima a matita, e si aspetta per annotarli a penna che l'esploratore abbia fornito delle prove.
    
Allora? interrogò il geografo.
    
Oh! da me, disse il piccolo principe, non è molto interessante, è talmente piccolo. Ho tre vulcani,
due in attività e uno spento. Ma non si sa mai.
    
Non si sa mai, disse il geografo.
    
Ho anche un fiore.
    
Noi non annotiamo i fiori, disse il geografo.
    
Perché? Sono la cosa più bella.    Perché i fiori sono effimeri
    
Che cosa vuoi dire "effimero"?    Le geografie, disse il geografo, sono i libri più preziosi fra tutti i libri. Non passano mai di moda. È molto raro che una montagna cambi di posto. È molto raro che un oceano si prosciughi. Noi descriviamo delle cose eterne.    Ma i vulcani spenti si possono risvegliare, interruppe il piccolo principe. Che cosa vuol dire "effimero"?    Che i vulcani siano spenti o in azione, è lo stesso per noi, disse il geografo. Quello che conta per noi è il monte, lui non cambia.    Ma che cosa vuol dire "effimero"? ripeté il piccolo principe che in vita sua non aveva mai  rinunciato a una domanda una volta che l'aveva fatta.
    
Vuol dire "che è minacciato di scomparire in un tempo breve".
    
Il mio fiore è destinato a scomparire presto?    Certamente.
   
Il mio fiore è effimero, si disse il piccolo principe, e non ha che quattro spine per difendersi dal mondo!
E io l'ho lasciato solo!     E per la prima volta si senti pungere dal rammarico. Ma si fece coraggio:
    
Che cosa mi consigliate di andare a visitare?
    
Il pianeta Terra, gli rispose il geografo. Ha una buona reputazione...
   
E il piccolo principe se ne andò pensando al suo fiore.